Prende il via dopo cinque anni di progettazione “La biblioteca di Demetra“, il progetto di biblioterapia promosso da APS CiaoLapo ETS nei reparti ospedalieri di ostetricia e ginecologia, rivolto alle donne ricoverate e al personale.
Dopo il successo di “Abbracci di storie”, il progetto per la promozione del benessere e la riduzione dello stress nei neonati ricoverati e nei loro genitori che vede attualmente coinvolti dodici reparti in tutta Italia e ha già formato un centinaio di operatori sanitari, inizia oggi il progetto dedicato alle donne ricoverate in ostetricia e ginecologia e al personale curante del reparto.
L’obiettivo è coinvolgere dieci reparti all’anno, formare gli operatori sull’importanza della lettura ad alta voce e della lettura condivisa come strumento relazionale e di riduzione dello stress, e donare ai reparti una piccola biblioteca con albi scelti per le loro caratteristiche salutogeniche.
Cos’è la biblioterapia?
La biblioteca di Demetra è un progetto di biblioterapia, che significa letteralmente “cura con i libri”; biblioterapia deriva dal greco ed è composta da:
- biblíon (βιβλίον) = libro
- therapeía (θεραπεία) = cura, trattamento, assistenza
Il termine è comparso nei primi decenni del XX secolo, per indicare l’uso terapeutico della lettura in contesti come ospedali, sanatori e manicomi. Successivamente l’utilizzo del libro come cura si è diffuso “al di là del muro”, per citare un famoso libro dell’autrice australiana Janet Frame; oggi il libro è utilizzato nei progetti di promozione del benessere, nei percorsi di sostegno ai passaggi del ciclo di vita, nei progetti di prevenzione nelle situazioni di fragilità, e in ogni contesto la lettura possa favorire lo sviluppo della consapevolezza di sé e del mondo.
Θεραπεία è una parola che ha diversi significati, tutti importanti quando cerchiamo di definire la biblioterapia: accanto al primo significato di “cura medica”, troviamo assai opportunamente il significato di “servizio”, “rivolgere attenzione”, “stare accanto”. La biblioterapia è uno spazio relazionale che promuove e coltiva il benessere dei partecipanti attraverso la lettura e il libro.
Quando parliamo di biblioterapia, quindi, intendiamo un processo di cura che avviene attraverso l’oggetto libro e grazie alla lettura come esperienza relazionale. Quando parliamo di biblioterapia parliamo sempre di una relazione tra due o più persone, mediata dal libro e dalla condivisione di una storia.
Il libro e la lettura danno il loro meglio all’interno di una relazione in cui si presta attenzione alla persona, alle sue vicende, ai suoi bisogni, alle sue difficoltà ma anche, soprattutto, alle sue risorse, anche quelle che ancora la persona non sa di avere.
Attraverso le storie di altri, fatte di parole, immagini, silenzi, la biblioterapia promuove la fioritura delle persone, favorendo l’accesso alle loro risorse personali.
La biblioterapia utilizza la lettura, da soli, a bassa voce, ad alta voce, in coppia, o in gruppo, come strumento salutogenico, per promuovere la salute e le risorse interne proprie di ciascuno, capaci di promuovere il benessere personale e collettivo.
Perchè la biblioterapia durante il ricovero in ginecologia o ostetricia?
La biblioterapia permette un accesso preferenziale al proprio mondo interiore: ci aiuta ad entrare in contatto con i nostri pensieri, le nostre emozioni ed anche con i nostri ricordi, e ci permette di assumere una visione più chiara di come funzioniamo.
Leggere una buona storia è come piantare robusti e tenaci semi che sanno germogliare non solo durante la lettura ma anche e soprattutto successivamente, al libro chiuso.
Essere ricoverate in un reparto di ginecologia o ostetricia può rappresentare un momento delicato, a volte complesso o carico di emozioni contrastanti. Che si tratti di una gravidanza a rischio, di una situazione delicata da monitorare, di un intervento ginecologico, o della gestione di un evento critico come una perdita perinatale, la degenza ospedaliera pone le donne in una condizione di sospensione e vulnerabilità. In questi contesti, il bisogno di ascolto, di vicinanza emotiva e di senso si fa particolarmente acuto e non può, non deve, restare insoddisfatto.
È qui che la biblioterapia può offrire un prezioso contributo. Intesa come un processo di interazione significativa tra le persone e tra le persone e il libro, la biblioterapia permette di accedere ad una forma di accoglienza e di sostegno, che può attivare la rielaborazione fisiologica dell’evento stressante e permettere un transito, un accompagnamento attraverso i giorni del ricovero. Attraverso la parola scritta, attraverso le figure dei libri e la loro capacità di evocare storie e suggestioni interiori, le donne ricoverate possono ritrovare uno spazio di sé, riconoscersi in storie altrui, sentirsi meno sole, accedere a nuove prospettive e risorse.
I testi proposti – che spaziano dalla poesia agli albi illustrati– non hanno una funzione didattica nè didascalica, ma agiscono come mediatori relazionali e strumenti di cura simbolica. La lettura in ospedale diventa allora un’occasione per rallentare, ascoltarsi, mettere in parola emozioni difficili, ritrovare il filo di sé in mezzo all’incertezza e alla fatica.
In particolare, nei reparti ostetrico-ginecologici, la biblioterapia può sostenere l’alleanza terapeutica, favorire l’empowerment delle donne e creare spazi protetti di espressione, anche laddove il linguaggio verbale risulti difficile da attivare.
Proporre la biblioterapia in ginecologia e ostetricia significa riconoscere che la cura non è solo farmacologica o chirurgica, ma anche narrativa, simbolica, relazionale. È offrire una presenza che passa per la parola, per la storia, per l’ascolto, restituendo dignità, agency e significato ad ogni vissuto.
Come tutte le parole che finiscono in -terapia, anche la biblioterapia ha i suoi detrattori: sono molte le persone che, anziché informarsi, studiare e approfondire un argomento di cui nel resto del mondo si parla da più di cento anni, come prezioso strumento di sostegno per la salute e il benessere delle persone, storcono il naso e ritengono la biblioterapia un oltraggio alla letteratura e al libro.
Lavorando con la biblioterapia da quasi venti anni, penso di poter dire che, al contrario, il libro impiegato in contesti terapeutici ribadisce ed esalta l’importanza delle storie condivise per l’essere umano e per il suo benessere. Tutto sta a scegliere di volta in volta, i libri giusti, le storie giuste, per le persone con cui stiamo lavorando. Tutto sta nel rispetto, delle persone e delle storie.
Se lavori in un reparto di ostetricia o ginecologia e vuoi saperne di più
sul progetto “La biblioteca di Demetra” e su come partecipare col tuo reparto, scrivi a
abbraccidistorie@ciaolapo.it