Terre di mezzo
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CiaoLapo ti fa entrare nella vita delle persone in un momento tremendo. E tu te ne stai col telefono in mano, e ascolti quelle parole che escono da lontano.
Sono parole di confine, senza tempo, senza spazio, senza colore, senza peso.
E le madri iniziano i loro discorsi, non importa in quale lingua, con queste parole ancestrali, che partono da lontano, che arrivano già stanche, svuotate, grevi.
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Arrivano a me, che sono quasi sempre estranea, e perfetta sconosciuta, nel tentativo di essere afferrate, agganciate alla terra.
Nel tentativo di tornare reali, e avere di nuovo un peso.
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Il corpo delle donne, quando è abitato da un bambino non più vivo che deve essere ancora partorito, è terra di mezzo, tra vita e morte, tra inverno e primavera.
E chi abita quella frontiera, e ogni giorno ascolta le parole senza peso delle donne nella terra di mezzo, ha bisogno di trovare la forza, ma anche la misura, per recuperare queste donne.
Riportarle qua.
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Un pensiero allora a me, che me ne sto al telefono scegliendo con cura le parole da non dire, e grazie ai colleghi che ci mettono la faccia, gli occhi e le braccia, proprio lì, sulla frontiera.
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