Nessun piede è troppo piccolo… il sostegno al lutto in TIN

by Claudia Ravaldi

 

“Nessun piede è così piccolo … da non lasciare un’impronta su questa terra”

La degenza in TIN

Che sia lunga o breve, la degenza di un bambino in TIN è sempre un momento di grande preoccupazione e stress per ogni genitore.

Quando un bambino nasce gravemente prematuro sappiamo che, nonostante le cure e i centri di eccellenza, non sempre la sua sopravvivenza è possibile.

Ci sono bambini che ci lasciano quasi subito, nemmeno il tempo di una carezza.

Altri che restano con noi per più tempo, un tempo che è sospeso tra speranza e paura, tra vita e morte.

Quel tempo, per i genitori è sempre molto stressante e difficile.

Se un bambino muore, e la speranza con lui, il dolore travolge tutti: genitori, familiari, e anche, spesso, gli operatori sanitari.

Dopo la morte del tuo bimbo potresti sentirti come distaccata da te, dagli altri, da tutti.

Alcune mamme e alcuni papà raccontano di essersi sentiti distaccati anche dal loro bambino, incapaci di prendere qualunque decisione.

Il silenzio prende il posto dei rumori dei macchinari, delle parole dei medici, degli incoraggiamenti delle infermiere.

A volte, qualcuno parla troppo, come per  riempire i buchi scavati dal dolore. A volte qualcuno non parla, se ne va, esce dalla stanza: perchè i nostri piccoli bambini la riempiono tutta, quella stanza, anche se sono andati via.

In quei difficili e dolorosi momenti, è prezioso prendersi del tempo per riflettere con gli operatori e con i propri familiari su cosa è ancora possibile fare.

Per alcuni genitori non c’è stato tempo nemmeno per stringere la manina del loro bimbo. Per molte madri, ricoverate in un’altra struttura ospedaliera dopo un cesareo d’urgenza, non è stato possibile nessun incontro col bambino nel tempo in cui è vissuto.

Alcuni genitori, hanno raccontato di quanto forte sia stata la paura, dopo la nascita di un bambino gravemente prematuro, e di quanto sia stato difficile varcare la soglia della TIN e guardarlo, vedere il loro bambino lottare.

Il cuore e la testa dei genitori TIN travolti dalla prematurità e poi dal lutto assomigliano un po’ ai deserti post atomici, dove è tutto deflagrato.

Gli operatori formati sono spesso in grado di raccogliere qualche “pezzo” e ricostruire con i genitori un “progetto” post-atomico, a partire dai momenti successivi al lutto.

Per esempio, gli operatori possono:

  1. preparare con rispetto il corpo del bimbo e darlo in braccio ai genitori o tenerlo loro stessi in braccio;
  2. aiutare i genitori a fare delle foto insieme al piccolo, o del piccolo;
  3. raccogliere con cura i suoi ricordi, le impronte delle manine e dei piedini;
  4. aiutare a preparare i riti (religiosi o laici), il saluto, e tutte le pratiche burocratiche e mediche che sono necessarie dopo una morte perinatale.

Queste sono tutte cose che è possibile fare in reparto, insieme agli operatori.

Chiedi sempre tutte le informazioni che desideri ed esprimi tutti i dubbi che hai.

Non avere paura di fare troppe domande, o di fare domande sciocche: non ci sono domande sciocche, quando muore un bambino, ma solo domande da genitore in lutto.

Prenditi il tempo per stare con il bambino, se lo desideri.

Chiedi un aiuto pratico, o psicologico: in quei momenti è molto importante.

I genitori raccontano:

“In quei giorni siamo stati completamente abbandonati a noi stessi e senza assistenza psicologica. Il mio bambino è nato prematuro in un periodo di ferie: di conseguenza non c’era il servizio psicologico attivo.“  Antonella e Luciano

“Il nostro bambino è stato ricoverato 24 giorni in TIN …in 24 giorni non ho visto una psicologa in quel reparto, un supporto che avrebbe potuto fare la differenza in quei tanti momenti di sconforto che abbiamo vissuto.”  Katia e Giuseppe

“Abbiamo ricevuto una buona assistenza anche nel fine vita di tutti e tre da parte del personale della TIN: poterli prendere in braccio, baciare e stare con loro negli ultimi istanti delle loro brevi vite è per noi un ricordo indelebile, tenero e struggente.”  Barbara e Antonio

“Nostra figlia Gaia aveva 27 settimane: dopo sei giorni di ricovero in TIN è volata in cielo. L’unico ricordo che abbiamo è legato al totale abbandono da parte degli operatori sanitari, a disagio e scomodi nel proprio ruolo . Nessuno a sostenerci e aiutarci a salutare per sempre il nostro angelo! Siamo tornati a casa a braccia vuote, con il rimpianto di non aver mai tenuto stretta, anche solo per un attimo, nostra figlia, perché non ce l’hanno consentito” Mario e Davila

“Sto cercando di informare le colleghe e i medici che lavorano con me sulle procedure corrette per l’assistenza al lutto perinatale, come mamma in lutto e come professionista” Lina

 

“CiaoLapo Onlus” è attiva online sul sito www.ciaolapo.it e sulle pagine Facebook:  CiaoLapo nazionale, BabyLoss info e le pagine CiaoLapo delle varie regioni italiane.

Siamo presenti in 16 regioni con un gruppo di automutuoaiuto facilitato o con gruppi di ascolto per genitori e familiari in lutto.

Con le nostre attività, i nostri operatori e i nostri genitori volontari offriamo un sostegno emotivo e pratico dopo un lutto perinatale.

Se e quando ti va, scrivici.

Proveremo a fare un pezzetto di strada insieme.

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