Se il mio bambino si muove meno?

by Claudia Ravaldi

“Sentire il proprio bambino muoversi è segno di buona salute”. 

Inizia così, con questa frase, il volantino scritto dall’associazione Tommy’s e dal National Health Service Inglese, che ha deciso di investire sull’educazione e sulla consapevolezza della popolazione, delle madri e degli operatori sanitari per ridurre il numero delle morti in utero evitabili.

I primi risultati di questa campagna informativa, iniziata ad Ottobre del 2016, si sono già visti: donne più consapevoli, servizi più pronti, maggior informazione disponibile nei servizi e in rete. 

I punti salienti della campagna sono tre:

1) non è vero che i bambini si muovono meno a termine

2) ogni bambino ha il suo schema personale di movimento, che si inizia a definire intorno alla ventesima settimana per poi “strutturarsi” intorno alla trentaduesima. Anche il pattern di movimento è “abituale” e abbastanza routinario (un esempio: la mattina dopo colazione, la sera sul divano, di notte alle quattro, e via dicendo). Nota bene: non ci sono due fratelli (nemmeno gemelli!) con le stesse abitudini, e non ci sono due mamme che descrivono lo stesso identico pattern, perchè ogni bambino è unico e speciale. Come ogni mamma. Questo per dire che ogni mamma, se adeguatamente sostenuta ed informata, può imparare a sentire i movimenti del suo bambino, e imparare a riconoscerli

3) NON aspettare il giorno dopo per chiedere consigli se sei preoccupata per i movimenti del tuo bambino: la maggior parte delle volte sono falsi allarmi. La maggior parte delle volte siamo semplicemente molto stanche, molto preoccupate, molto iperprotettive, e dunque più vigili. Tuttavia, il servizio sanitario nazionale inglese esorta le madri a seguire l’istinto: non avere paura di chiamare, scrivono nero su bianco nel volantino disponibile in quindici lingue:

“È importante che il tuo medico e la tua ostetrica sappiano che i movimenti del tuo bambino sono diminuiti o si sono interrotti.”

Nel nostro paese non tutti gli operatori sono aggiornati sui movimenti fetali. Alcuni sono ancora fermi al vecchio concetto dei “dieci movimenti al giorno” o al concetto del “a termine si muovono meno perchè non hanno spazio“, e soprattutto, rispetto ai colleghi inglesi, non sono abituati ad ascoltare il sentire delle donne, che vengono spesso rimproverate di essere “troppo ansiose”, e in alcuni casi non vengono nemmeno visitate, nonostante riportino una riduzione dei movimenti.

Alcuni, per fortuna, non vuol dire tutti, ovviamente. Ma non è più il tempo di invocare la sorte e la fortuna, quando si tratta di salvare vite. Inoltre, il nostro è un paese nel quale l’istruzione dei professionisti sanitari è regolamentata in modo obbligatorio attraverso la pratica dei punti ecm (educazione continua in medicina): non si capisce perchè in questi ultimi dieci anni (è dal 2008 che a livello internazionale si lavora su questo argomento) i movimenti fetali non siano diventati una nozione base di tutti i professionisti perinatali e ci siano ancora, negli ambulatori, nei consultori, negli studi privati, nei giornali e nei siti per mamme, informazioni vecchie, sbagliate e contraddittorie. 

L’italiano poi, è una lingua bellissima, piena di parole, utili a descrivere bene i concetti in tutte le loro sfumature: perchè non usare le parole in modo corretto, in modo da fornire alle donne le informazioni asciutte e chiare, e in modo da insegnare loro tutto ciò che si sa e si può insegnare? 

Aumentare le informazioni corrette, ormai è noto, riduce l’incertezza e riduce l’ansia, e aumenta la fiducia in se stessi e nei curanti.

Questo processo, che da noi stenta a avviarsi, è molto importante, non solo per salvare vite e guadagnare in termini di salute, ma per ridurre i costi e gli sprechi legati all’ignoranza (l’ignoranza, ahimè, si paga tanto tanto cara, a livello di salute pubblica e non solo). 

Attenzione: prestare attenzione a come stiamo e a come sta il nostro bambino non significa essere “esagerate” o “iperprotettive”. L’attenzione è un processo cognitivo evoluto, che permette di selezionare e portare a livello cosciente gli stimoli ambientali (anche i movimenti del nostro bambino nella pancia possono essere definiti stimoli provenienti da qualcosa di altro-da-noi) non è un difetto, non è un errore, non è una colpa, ma un patrimonio (soprattutto oggi, nell’epoca della distrazione continua, saper prestare attenzione è davvero un pregio, utile per la nostra salute e per quella del nostro bambino).

Attenzione bis:  prestare molta, troppa attenzione alla nostra salute e a quella del nostro bambino in gravidanza, non è un difetto nè una colpa. Semmai è una grande fonte di stress, per noi e per il nostro bambino e quindi andrebbe affrontata come tale, con attenzione e cura: in genere lavorare sull’ansia aiuta capire come siamo arrivate a questa ipervigilanza, e a capire come gestirla.

I motivi per cui si arriva ad essere iper-attenti, iper – vigili e spesso ansiosissimi, sono di solito tre: soffrire di ansia da prima della gravidanza e avere genitori a loro volta ansiosi e iperprotettivi, dover affrontare problemi di salute personali o del bimbo in gravidanza, avere avuto precedenti perdite perinatali.

Essere ansiose può quindi essere un tratto di personalità, può far parte di un disturbo psichico, ma non è un difetto, non può essere motivo di discriminazione e non vuol dire essere sceme. Avete capito benissimo: essere vigili (ipervigili) è il contrario esatto di essere scemi.

Quindi non bisogna trattare le madri ansiose come se fossero sceme. Bisogna trattarle come trattiamo tutti i nostri assistiti che portano un quesito clinico, e insieme a loro, fare chiarezza.

Se secondo voi il vostro bambino si muove in modo diverso dal suo solito, nel terzo trimestre di gravidanza, è segno di intelligenza e di assertività contattare i curanti e discuterne con loro, finchè la situazione non vi è chiara e non siete rassicurate.

In questa pagina del sito Tommy’s è possibile trovare il volantino informativo sui movimenti fetali in molte lingue. Oltre all’italiano, altre lingue disponibili possono essere utili per i consultori e i punti nascita italiani: in arabo, in rumeno, in punjabi, francese, portoghese, polacco.

Un abbraccio a tutte le madri in attesa.

 

 

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