In una intervista al The Guardian, Florence Welch, cantante e autrice dei Florence + The Machine, ha raccontato per la prima volta la gravidanza extrauterina che ha vissuto nell’estate del 2023, un’esperienza che l’ha portata a rischiare la vita e ha profondamente influenzato la sua musica e la sua visione di sé.
Il trauma della gravidanza extrauterina
Nel 2023, a 37 anni, Florence Welch è rimasta incinta per la prima volta. Lei e il suo compagno avevano appena deciso di provare ad avere un bambino, senza sapere che sarebbe accaduto così presto. Dopo pochi giorni, però, qualcosa è cambiato. Welch ha iniziato a sanguinare e i medici le hanno parlato di un possibile aborto spontaneo. Le è stato detto che era un evento frequente, e così ha provato ad andare avanti come se fosse “solo una di quelle cose che capitano”.
C’era in programma un concerto in Cornovaglia, e lei, fedele alla disciplina del palcoscenico, ha deciso di salire comunque sul palco e si è esibita sotto la pioggia e il vento, nonostante i forti dolori e le perdite di sangue.
Tuttavia, poche ore dopo, di ritorno a Londra, il dolore è diventato insopportabile. In ospedale, la diagnosi è stata diversa e più grave: non si trattava di un aborto spontaneo, ma di una gravidanza extrauterina. L’embrione si era annidato in una tuba di Falloppio, che si era poi rotta, provocando un’emorragia interna massiva.
«Avevo una lattina di Coca-Cola di sangue nell’addome», racconterà più tardi. I medici l’hanno operata d’urgenza, riuscendo a salvarle la vita, ma non la tuba.
Il momento in cui sono stata più vicina a dare la vita è stato anche quello in cui sono stata più vicina alla morte. E ho avuto la sensazione di varcare una porta, dietro la quale c’erano solo donne che urlavano
Il ritorno al palco e la difficoltà di fermarsi
Dieci giorni dopo l’intervento, nonostante la convalescenza e la stanchezza, Florence Welch è tornata sul palco. Continuare a lavorare così presto, racconta, è stato un gesto istintivo e quasi automatico. Per tutta la carriera ha spesso spinto il corpo oltre il limite, esibendosi anche dopo fratture o malori, come se la scena fosse l’unico luogo in cui tutto il dolore trovasse un ordine possibile. «Con il corpo ho una forza ultraterrena», confessa. «Con le emozioni, invece, sono un disastro.» La gravidanza extrauterina le ha lasciato segni profondi, visibili e invisibili. Dopo l’operazione, il bisogno di silenzio è diventato urgente: non cercava persone, ma vita.
Avevo bisogno di cose che non potessero parlare, ma avessero vita dentro di sé.
È stato ciò che mi ha guarita.
Nel suo giardino, tra piante e animali, ha trovato un modo per restare in contatto con qualcosa di vitale, senza parole e senza spiegazioni.
Dalla perdita alla creazione
L’esperienza ha ispirato il nuovo album Everybody Scream, in uscita ad Halloween 2025, che Welch descrive come “il più feroce, strano e intransigente” della sua carriera.
Il disco affronta temi di stregoneria, rabbia e rinascita, intrecciando autobiografia e mitologia femminile. È un lavoro in cui la morte, la vulnerabilità e la potenza del corpo femminile sono al centro.
Non sapevo che il mio assassino sarebbe venuto da dentro di me.
Nel brano King, già pubblicato nel 2022, aveva cantato «I never knew my killer would be coming from within» , frase che oggi suona come una premonizione. Dopo l’intervento chirurgico, scrisse su Instagram: «Vorrei che le canzoni fossero state meno accurate nelle loro previsioni.» Riflettendo su quella frase, dice: «Avere quella linea in King è stato inquietante, perché ho avuto la gravidanza extrauterina… sul palco.»
L’esperienza del trauma e la ricerca di senso
Per Florence Welch, trasformare il dolore in arte è stato l’unico modo per continuare a vivere. «Trasformo il reale nell’irreale per sopravvivere», racconta. «Ho condiviso con i fan cose che non ho mai detto neppure ai miei amici più intimi: la dipendenza, i disturbi alimentari, e ora questa esperienza.»
Dopo la gravidanza extrauterina, ha attraversato un lungo periodo di rabbia e disorientamento: rabbia verso se stessa, verso il proprio corpo, e verso un sistema di lavoro che non le permetteva di fermarsi.
Ero arrabbiata per quanto mi fossi sentita non sostenuta. È un sistema costruito per non accogliere le donne come me.
Quella frattura le ha aperto anche un nuovo spazio di ricerca: l’archetipo della strega, la figura che incarna insieme sapere, corpo e potere femminile. Ha studiato testi medievali e rinascimentali al Warburg Institute, seguendo le tracce di quelle prime guaritrici e ostetriche accusate di stregoneria. «La medicina moderna mi ha salvato la vita», dice, «ma non puoi parlare di nascita senza incontrare la magia, la guarigione e la morte. Alcune delle prime donne processate come “streghe” erano ostetriche.»
Per lei, è stato un modo per ricucire il legame con sé stessa, là dove la medicina si era dovuta fermare.
Dopo la sopravvivenza: tra fragilità e durezza
Molti pensano che esperienze così estreme rendano più forti o “illuminati”. Welch, invece, afferma il contrario: la sopravvivenza non porta leggerezza, ma un nuovo tipo di consapevolezza, più fragile e più ruvida allo stesso tempo.
Non mi sento più leggera. Mi sento più fragile, più ferita. Ma mi ha dato anche una certa durezza nel lavoro.
In un brano del nuovo album, Music by Men, canta: «Let me put out a record and not have it ruin my life» (“Lasciatemi pubblicare un disco senza che mi rovini la vita”). Spiega che in passato, ogni volta che usciva un suo album, la sua vita personale si disgregava. «Era come se non potessi avere entrambe le cose. O accadeva qualcosa che mandava in pezzi tutto il resto. Questa volta mi chiedo: perché ho questo disco, se non ho potuto avere un figlio?»
Oggi non sa se proverà di nuovo ad avere una gravidanza: «Dopo una GEU il rischio di recidiva è alto, e la fecondazione assistita potrebbe essere un’opzione. Ma per ora aspetto.»
La Gravidanza Extra-Uterina (GEU)
a cura della dott.ssa Valentina Pontello – Ginecologa, Medicina Materno-Fetale
https://www.medicinamaternofetale.it/medicina-materna/gravidanza-extrauterina
La gravidanza extrauterina si verifica quando l’embrione si impianta al di fuori della cavità uterina, nella maggior parte dei casi in una tuba di Falloppio.
È una condizione che richiede una diagnosi tempestiva e un’attenzione clinica accurata, poiché la tuba non è strutturata per accogliere e far crescere l’embrione: se non riconosciuta in tempo, può rompersi e provocare un’emorragia interna potenzialmente grave.
I segnali d’allarme più frequenti sono dolore addominale o pelvico, perdite di sangue irregolari, e un test di gravidanza positivo in assenza di camera gestazionale visibile all’ecografia.
Quando i valori di β-hCG superano 1000-1500 mUI/ml senza che si osservi una gravidanza intrauterina, è necessario escludere l’impianto ectopico.
La diagnosi si basa sull’ecografia transvaginale associata al monitoraggio dei valori di β-hCG nel tempo: in una gravidanza fisiologica l’ormone raddoppia circa ogni 48 ore, mentre nella GEU l’aumento può essere più lento o irregolare.
Il trattamento varia in base al quadro clinico:
- vigile attesa, nei casi molto precoci e stabili;
- terapia farmacologica con metotrexato, per interrompere la crescita dell’embrione in sede ectopica;
- intervento chirurgico, conservativo se possibile, o demolitivo nei casi di rottura o danno tubarico.
Dopo una gravidanza extrauterina, nella grande maggioranza dei casi (circa 85 %) la successiva gravidanza sarà intrauterina e fisiologica.
È tuttavia raccomandato un monitoraggio precoce nelle gestazioni successive e un accompagnamento attento, medico ed emotivo, per affrontare la paura della recidiva e i vissuti legati alla perdita.

