Cos’è la gestosi?

by Claudia Ravaldi

a cura di Valentina Pontello

Valentina Pontello, ginecologa e counselor ci parla di gestosi, e di ciò che è importante sapere.

 

Cosa è la gestosi?

La gestosi o preeclampsia è una condizione caratterizzata da ipertensione (pressione arteriosa superiore a 140/90 mmHg) e proteinuria (cioè presenza di proteine nelle urine), che si sviluppa dopo le 20 settimane di gestazione. Alcuni casi hanno un esordio fulmineo, mentre altri presentano un decorso subdolo e sono difficili da diagnosticare.

Le possibili complicanze (talora letali) per la salute della mamma e del bambino fanno sì che sia una delle patologie più temute da chi si occupa di ostetricia. È molto importante, quindi, che anche le mamme siano sensibilizzate a saper riconoscere i segni precoci di questa patologia in modo da poter segnalare tempestivamente al medico ogni cambiamento ritenuto sospetto.

Cosa è l’eclampsia?

L’eclampsia è la forma più grave e rara di gestosi: si manifesta con convulsioni e richiede un pronto intervento perché può essere letale per la madre e il bambino. Solitamente questo avviene in pazienti con gestosi grave conclamata e quindi già sottoposte a ricovero ospedaliero. La sindrome HELLP consiste in una condizione in cui alla gestosi si somma l’emolisi (cioè la distruzione dei globuli rossi), l’aumento degli enzimi epatici e la riduzione del numero di piastrine, segno che la patologia si è estesa a tutto l’organismo materno e non è più confinata alla sola placenta.

In queste forme, particolarmente gravi, è necessario effettuare rapidamente il parto a qualsiasi epoca gestazionale, per prevenire danni irreversibili sulla salute della madre. Diversamente, in altre forme più lievi di gestosi, specie se insorte in epoca pretermine, si preferisce guadagnare tempo, per migliorare le prospettive di sopravvivenza e di salute del bambino.

Una buona e approfondita anamnesi familiare e personale (raccogliere tutte le informazioni sulla salute nostra e della nostra famiglia) durante la visita ostetrica può escludere il rischio di gestosi?

No, in nessun caso è possibile escludere a priori la comparsa futura della gestosi, ed è bene rimanere sempre all’erta. Bisogna che i medici e le ostetriche siano sempre pronti a riconoscere i sintomi di questa patologia, anche in gravidanze ritenute “fisiologiche” fino a quel momento.

Ci sono donne più a rischio di altre di sviluppare la gestosi?

Sono particolarmente a rischio le donne che hanno avuto la gestosi in una precedente gravidanza, le ipertese croniche (alcune scoprono di esserlo solo quando sono già incinte) e in generale chi è affetta da diabete tipo I (insulino-dipendente) o da patologie renali o del sistema immunitario, che compromettono la funzionalità della placenta. La gestosi spesso complica i quadri di ritardo di crescita del bambino, specialmente nei casi a insorgenza precoce (verso le 20-24 settimane), che sono quelli più difficili da gestire, vista l’estrema prematurità del piccolo. Tuttavia, è bene ricordare che la gestosi può colpire anche una gravidanza a termine, sana e ritenuta “fisiologica”.

Come riconoscere quindi i primi segni della gestosi?

  • Controllate l’aumento del peso. Il diabete gestazionale e l’eccessivo aumento ponderale si associano al rischio gestosi. Un aumento di peso della mamma rapido ed eccessivo (dal chilo insù in pochi giorni) può essere segno di ritenzione idrica. Riducete l’apporto alimentare di sale e seguite una corretta alimentazione per ridurre il rischio di questa complicanza.
  • Controllate la presenza di edemi periferici, e riportateli sempre all’attenzione del ginecologo nel corso della visita mensile. I segni di edema sono: mani gonfie con difficoltà a togliersi l’anello, caviglie gonfie, con calzini che lasciano segni profondi. La ritenzione idrica è comune in gravidanza, soprattutto al termine e da sola non fa diagnosi di gestosi, ma è comunque importante essere consapevoli dei segni associati.

· Eseguite regolarmente gli esami previsti dal protocollo della gravidanza. In particolare è importante l’esame urine, previsto mensilmente, da cui può risultare la presenza di proteinuria. La proteinuria, se lieve, può essere associata anche a infezioni delle vie urinarie e non è necessariamente segno di gestosi. Fate sempre vedere gli esami al medico non appena sono pronti.

  • La cosa più importante è misurarsi spesso la pressione del sangue: un paio di volte la settimana a partire dalle 20 settimane, intensificando i controlli a termine di gravidanza. Se non avete l’apparecchio a casa, andate in farmacia, e trascrivete i risultati su di un cartoncino, da presentare poi al medico in occasione del controllo. Chiedete al medico di misurarvi la pressione tutte le volte che fate la visita. I valori normali sono quelli uguali o inferiori a 120/80. La gravidanza, infatti, di per sé provoca una riduzione dei livelli pressori e della viscosità del sangue, funzionali alla corretta circolazione placentare.

Quali valori di pressione possono essere indice di ipertensione in gravidanza?

Valori di 130-135 di sistolica e 85 di diastolica fanno suonare il primo campanello di allarme e sono da tenere sotto stretto controllo. Valori pari o superiori a 140/90 possono richiedere una serie di accertamenti, da eseguire in regime di ricovero ospedaliero. Se avete dei livelli pressori persistentemente alterati, contattate il medico con urgenza o rivolgetevi al pronto soccorso ginecologico di zona.

 

Per saperne di più vedi http://www.medicinamaternofetale.it/medicina-materna/gestosi

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